giovedì 19 giugno 2008

I no Tav ripartono da Venaus In 1.461 comprano i terreni

I no Tav ripartono da Venaus In 1.461 comprano i terreni

di Cristina Marrone

Corriere della Sera del 16/06/2008

Si ricomincia da qui. Dagli stessi terreni di Venaus, dove la notte dell' 8 gennaio del 2005, la tensione accumulata nei giorni di lotte e proteste sfociò in scontri violenti tra forze dell' ordine e No-Tav. Riparte tutto da quel fazzoletto di terra in cui dovrebbe nascere il cantiere per il contestatissimo tunnel della Torino-Lione. In 1.461 hanno prenotato il loro «posto in prima fila». Ieri toccava la firma. Hanno sfidato pioggia e freddo per firmare davanti al notaio Roberto Martino il gigantesco atto, (sembra un lenzuolo) con tutti i nomi degli acquirenti. Quindici euro a testa per accaparrarsi più o meno un metro quadrato ciascuno dei 2.349 messi in vendita a prezzo simbolico dai quattro proprietari, pure loro del popolo No Tav. Quello di ieri non è che il secondo round. Il 30 marzo scorso era toccato al vigneto di Chiomonte, lottizzato in 1.397 appezzamenti. «Il 30% di chi aveva comprato a Chiomonte lo ha fatto anche qui» spiegano gli assistenti del notaio. Anche Vittorio Agnoletto ha acquistato per procura, come tanti di Bologna, di Taranto, di Lecce e del Mugello. Addirittura dalla vicina Francia «tanto per precisare che dall' altra parte non è vero che son tutti d' accordo» chiarisce Claudio Giorno, che documenta ogni dettaglio con la sua macchina fotografica. L' obiettivo di tutta la manovra? La ditta che dovrà installare il cantiere sarà costretta a inviare migliaia di avvisi per comunicare gli espropri. «Sappiamo bene che questo nostro sforzo non servirà a bloccare la Torino-Lione - spiega Alberto Perino, leader storico dei comitati che non vogliono la Tav e ideatore della nuova strategia - ma almeno complichiamo la vita all' avversario. Siamo qui in più di mille, alla faccia di chi dice che ormai siamo solo quattro gatti». «Il posto in prima fila» è anche l' occasione per mangiare torte, panini e scaldarsi con il vin brulé. Non fosse stato per la pioggia, l' assembramento di gente poteva sembrare una festa di paese. Ma con l' acqua, appunto, restano solo i duri, e ieri erano in tanti. Tra gli irriducibili anche Loredana Bellone, di San Didiero, uno dei quattro comuni (con Bussoleno, Chiusa San Michele e Condove) che non riconoscono più l' Osservatorio tecnico guidato dal commissario di governo Mario Virano. «Ogni pietra di questa valle è nostra - avverte la Bellone - siamo qui per difenderla, la resistenza è nel nostro Dna». Prossimo appuntamento sulla Tav, stavolta istituzionale, martedì alla Comunità montana di Bussoleno. I sindaci presenteranno un progetto alternativo della linea ferroviaria. Top secret il contenuto. «Un' iniziativa allucinante - concordano i barricadieri - perché quel progetto non è mai stato discusso in alcun consiglio comunale».