sabato 31 maggio 2008

Ponte sullo Stretto, fermiamo un progetto inutile

SICILIA - Ponte sullo Stretto, fermiamo un progetto inutile
Anna Donati *
30 maggio 2008, il manifesto

Tutti i principali quotidiani hanno riportato la notizia che il Ministro per le infrastrutture e i trasporti Altiero Matteoli ha scritto una lettera alla società Stretto di Messina per invitarla a far ripartire il progetto per realizzare il ponte sospeso nell'area dello Stretto. Riavvio scontato perché il governo Berlusconi ha fatto da sempre del Ponte di Messina l'opera simbolo delle proprie politiche infrastrutturali e in campagna elettorale ha promesso a ogni comizio che se fosse tornato al governo avrebbe realizzato subito l'opera sospesa dal governo Prodi. Detto fatto, l'opera riparte.
Ma deve anche ripartire il coordinamento degli ambientalisti, degli esperti, delle forze politiche, dei movimenti sul territorio, delle istituzioni locali per una battaglia rigorosa e di civiltà contro un progetto inutile e devastante che costerà oltre sei miliardi di soldi dei cittadini italiani.
Non riusciamo a trovare in Italia le risorse per comprare i mille treni per i pendolari e è quindi ancora più scandaloso che qualcuno voglia buttare sei miliardi di risorse pubbliche. Dal 2001 al 2006 abbiamo costituito una rete di azioni insieme alle associazioni ambientaliste Wwf Italia, Legambiente, Italia Nostra, al movimento «No Ponte» e tra «Scilla e Cariddi», ai movimenti sociali, sindacali e no global presenti sul territorio, a una rete di esperti autorevoli. Si era creato anche un forte coordinamento con le forze politiche che hanno sempre contrastato un progetto sbagliato sia in Italia che in Europa, a partire dai Verdi che hanno dedicato a questa battaglia tante energie, e alle istituzioni locali come il comune di Messina, Villa S. Giovanni e la regione Calabria.
Siamo riusciti dalle poche centinaia di persone delle prime assemblee a far crescere un movimento popolare e critico arrivando nel gennaio 2006 a portare in piazza a Messina 20.000 persone.
Da questa energia popolare dobbiamo ripartire. So bene che sono passati due anni, che la nostra sconfitta politica è stata bruciante, ma dobbiamo reagire perché abbiamo argomenti, alternative, buone ragioni e ci sono cittadini e cittadine che hanno voglia di impegnarsi a difesa del loro territorio.
Dobbiamo sottolineare che la priorità è dare l'acqua ai cittadini, riqualificare il territorio e le periferie, rilanciare il turismo e l'agricoltura di qualità, puntare sul trasporto via mare e quello ferroviario per il mezzogiorno d'Italia, dare servizi migliori di traghettamento ai pendolari dello Stretto.
Dovremo anche incalzare il Partito democratico perché sostenga la nostra battaglia coerentemente con la scelta del governo Prodi di sospendere il progetto e con le analoghe promesse della campagna elettorale per la regione siciliana.
Voglio ricordare che il progetto è allo stadio preliminare e era stato approvato con numerose e irrisolte prescrizioni ambientali; il progetto definitivo dovrà essere elaborato dalla società Impregilo e soci e dovrà superare la verifica di ottemperanza ambientale del Ministero per l'ambiente.
E' nota l'opinione del nuovo ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo favorevole al Ponte di Messina, ma dipenderà anche dalla qualità della nostra opposizione nel merito dei problemi tecnici e ambientali, dalla vigilanza sul lavoro commissione Via che dovrà dare l'autorizzazione all'opera, la possibilità di far prevalere interessi generali, tutela ambientale e uso intelligente delle risorse pubbliche.Voglio ricordare che in sede europea è aperta una procedura d'infrazione sul progetto per la violazione di alcune direttive in materia di tutela ambientale e biodiversità.
Completamente irrisolto è il piano finanziario: tutti da reperire i sei miliardi di euro che servono per realizzare le opere, un costo destinato a crescere e che è già lievitato a causa dell'incremento del prezzo dell'acciaio di questi anni. E non a caso si parla, e anche il governo chiede, un aggiornamento del piano finanziario, anche perché il progetto non avrà alcun contributo europeo nell'ambito delle reti Ten.
Il governo Prodi aveva destinato 1,4 miliardi di risorse di Fintecna destinate al Ponte per opere utili di Sicilia e Calabria: risorse che oggi Tremonti ha deciso di usare per coprire il costo della cancellazione completa dell'Ici. Come dire che restano senza risorse non solo opere utili già decise in Sicilia e Calabria (ferrovie, metropolitane, difesa del suolo) ma anche il Ponte sullo Stretto.
* resp. Mobilità e infrastutture dei Verdi