venerdì 24 luglio 2009

Insetticida killer, strage nelle risaie della pianura padana

Insetticida killer, strage nelle risaie della pianura padana

Liberazione del 17 luglio 2009, pag. 8
Beatrice Macchia

Le risaie italiane sono a rischio per danni ambientali provocati dall’utilizzo di un prodotto fitosanitario che serve a combattere il punteruolo acquatico del riso (una specie non autoctona che attacca le piante del riso). I Radicali del Pd Elisabetta Zamparutti e Bruno Mellano, insieme con il Wwf, lo hanno denunciato ieri in una conferenza alla Camera annunciando un’interrogazione ai ministri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura in merito all’utilizzo del prodotto a base del principio attivo alfacipermetrina nelle risaie, soprattutto quelle della Lombardia e del Piemonte. In particolare, il Wwf ha inviato un «reclamo», appoggiato dai Radicali, alla Commissione Ue per «inadempimento del diritto comunitario» chiedendo «l’apertura di procedura di infrazione» nei confronti dell’Italia «per violazione di direttive comunitarie». Le risaie a rischio, spiegano i Radicali, si estendono per oltre 200.000 ettari e sono «già state trasformate in un deserto: questo prodotto uccide, infatti, i micororganismi e devasta gli ecosistemi», con «danni enormi» per avifauna e anfibi (in particolare le rane). E la cosa diventa pericolosa, aggiunge Mellano, se si pensa che «per il 99% la produzione di riso in Italia avviene per immersione», mentre il prodotto sotto accusa non può venire in contatto con l’acqua, come ben evidenziato anche sull’etichetta della confezione con simboli, disegni e indicazioni. L’uso dell’antipunteruolo, tra l’altro, va sospesa 42 giorni prima dell’inizio della raccolta, periodo che coincide con la metà di settembre, proprio quando comincia la mietitura. Secondo Lucia Ambrogi, responsabile aree protette del Wwf, «il reclamo è un estremo tentativo di fermare e risolvere la situazione», anche se quello che è «mancato è stata un’adeguata pianificazione». I Radicali stanno anche valutando se c’è materia per un esposto per danno ambientale. L’uso del Contest è stato autorizzato con Decreto ministeriale del 31.03.2009 per combattere il punteruolo acquatico del riso (Lissorhoptrus oryzophilus), coleottero curculionide esotico che negli ultimi tre anni si é diffuso nell’area risicola. E’ stato accertato che il Contest uccide tutte le forme di vita acquatiche che incontra, inclusi pesci, anfibi (larve e adulti di specie acquatiche) e gli invertebrati acquatici. Tra Piemonte e Lombardia è quindi in corso una strage biologica di proporzioni enormi causata da un prodotto che, come riportato sulla sua scheda tecnica è "Altamente tossico per gli organismi acquatici" e «può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico». Questo è particolarmente rilevante visto che le risaie sono un notevolissimo serbatoio di biodiversità e costituiscono habitat per numerosi animali. Pur non essendo habitat di interesse comunitario, le risaie sono spessissimo incluse in aree di importanza comunitaria, nella rete Natura 2000. Proprio all’Unione Europea di è rivolto il Presidente Wwf Italia Stefano Leoni per chiedere di avviare nei confronti della Repubblica italiana una procedura di infrazione per la sospetta violazione delle normative comunitarie e di sospendere l’uso dell’insetticida, come scritto in questi giorni al Segretario generale della Commissione Europea e alla direzione Ambiente. Il Wwf Italia avvisa inoltre i frequentatori delle garzaie e gli amanti del birdwatching, a prestare attenzione e segnalare eventuali casi di mortalità anomala fra i pulcini, con attenzione anche agli uccelli che nidificano direttamente in risaia e sugli arginelli (mignattini, pavoncelle, cavalieri d’Italia, gallinelle d’acqua ecc.). In alcune risaie tenute sotto osservazione si é già verificata una mortalità quasi totale di molti invertebrati e di anfibi. Ne deriva anche un’evidente pericolosità anche solo a mettere le mani in acqua. Saranno da valutare i danni all’intera catena alimentare - per esempio sul successo riproduttivo dell’avifauna - che saranno causati dalla drastica riduzione di prede a causa del prodotto: si pensi alle rane per aironi e garzette o agli invertebrati per la catena trofica dei limicoli o degli uccelli insettivori. Oltre al danno ambientale indiscutibile, si suppone anche un danno economico per la Comunità, visto che molte aziende percepiscono contemporaneamente contributi della Politica Agricola Comunitaria (Pac), su fondi Psr per «misure agro-ambientali», che paiono in contraddizione con l’uso dell’insetticida.