giovedì 12 marzo 2009

Legalizzato il sacco d'Italia

Legalizzato il sacco d'Italia

Maria Campese e Veronica Albertini

Liberazione del 10/03/2009

Un vero e proprio condono. E' quanto il Consiglio dei ministri si appronta a varare venerdì prossimo col "piano casa". Si preannuncia una deregulation selvaggia che ha già fatto venire l'acquolina in bocca al partito dei costruttori. C'è già chi plaude alla libertà di sovvertire l'assetto del territorio disegnato da piani regolatori esistenti, dopo aver ricevuto la garanzia di demolire e ricostruire indiscriminatamente.
Senza lacci e lacciuoli, si potranno infatti allegramente aumentare del 20% le cubature degli edifici residenziali e commerciali in deroga ai piani regolatori. Basterà semplicemente la certificazione di un tecnico incaricato e pagato dagli stessi costruttori. Alla faccia del conflitto di interessi. Il provvedimento consentirà l'abbattimento e la ricostruzione in dimensioni più ampie del 30-35% degli immobili fatiscenti o abusivi edificati fino all'89.
Continua così imperterrita la via della speculazione edilizia e del sacco delle città che riporta il Paese agli anni '60 quando mani rapaci contribuirono al fiorire selvaggio di edifici e periferie squallide, alla creazione di mostruosi non luoghi regno dell'invivibilità. Si ripiomba nel Medioevo dell'urbanistica, vengono meno gli strumenti regolatori dello Stato e si toglie la possibilità ai cittadini di partecipare alle scelte attraverso le procedure di pianificazione del territorio. Questa deregulation non servirà di certo a risolvere il disastroso problema del disagio abitativo. Dal 2000 ad oggi si è registrato un notevole aumento di costruzione di nuove abitazioni. In particolare dal 2003 al 2007 il patrimonio residenziale è passato da 28,8 milioni di abitazioni a 31,4, con un incremento di 2 milioni 600 abitazioni. Nonostante ciò restano, anzi si sono aggravati, i problemi legati al disagio abitativo. Questo perché non si è investito quasi per niente nell'edilizia popolare e perché moltissime abitazioni continuano a rimanere sfitte. Il rilancio dell'edilizia non è certo servito a dare una casa a chi non ce l'ha, è servito soprattutto ad aumentare la speculazione edilizia.
Con questo provvedimento si dà continuità allo smantellamento degli strumenti di pianificazione urbanistica che ha visto una tappa nell'uso sistematico degli accordi di programma (trattativa tra proprietari privati ed enti locali). Prosegue il disegno della destra di demolizione dell'urbanistica, già tentato con la proposta di legge Lupi il cui obiettivo era la legittimazione dell'accordo di programma come strumento ordinario di governo del territorio. Un modo, insomma, per continuare con le colate di asfalto e cemento sui nostri territori. Grazie agli accordi di programma, l'urbanistica contrattata di impronta neoliberista, la città è stata vista come esclusivo fattore economico. E il perno di questo processo è la rendita speculativa.
Questa ulteriore spinta, questa liberalizzazione dell'abusivismo edilizio, avrà effetti devastanti per i territori. Brutture, cementificazione selvaggia, abitazioni invivibili. Gli aumenti delle cubature renderanno peggiori le nostre città. Le autocertificazioni del progettista non offriranno inoltre nessuna garanzia sulla sicurezza delle abitazioni. In Italia sono già numerose le tragedie delle abitazioni crollate e queste misure non faranno altro che aumentare il livello di insicurezza dei nostri edifici sia ad uso abitativo che commerciale. E come se non bastasse, comporteranno un maggiore aggravio della situazione nei centri urbani edificati prima dell'entrata in vigore della legge ponte che ha introdotto gli standard urbanistici nei piani regolatori, quindi già privi di servizi, verde, urbanizzazioni primarie e secondarie, con reti fognanti già gravemente insufficienti. Tra le conseguenze la riduzione di spazi pubblici e del verde, un maggiore traffico, un maggiore carico delle reti dell'acqua. Insomma una riduzione della vivibilità in centri urbani già gravemente compromessi da situazioni insostenibili. Gli speculatori non si faranno rimorsi e si getteranno a capofitto, grazie a Berlusconi, per depredare ora anche "legalmente" il nostro territorio. Dobbiamo impedirlo con tutte le nostre forze.