martedì 11 ottobre 2011

“Occupiamo Wall Street” Tutto è iniziato con un post

il Fatto 7.10.11
“Occupiamo Wall Street” Tutto è iniziato con un post
Ancora scontri tra Indignati d’America e polizia
di Angela Vitaliano

Abbiamo avuto la più grande crisi finanziaria dalla Grande Depressione con conseguenti danni collaterali in tutto il Paese e si vedono ancora alcuni di quelli che hanno agito irresponsabilmente andarci giù pesante con quelle stesse procedure corrotte che ci hanno per prime portato in quella situazione. Per questo penso che le persone siano frustrate”. Parla degli indignados di OWS, Obama, a margine di una conferenza stampa, in cui decide che non è più momento di tacere su quanto, da settimane, sta avvenendo nel quartiere finanziario di Manhattan: “Chi protesta stia sicuro che il nostro obiettivo è quello di avere le banche e le istituzioni finanziarie in ordine, perché le peggiori conseguenze sono sempre quelle sull'economia reale”. Nessuno ignora più, dunque, il movimento, giunto al suo 20° giorno di occupazione dell’area di Zuccotti Square, a poca distanza da Wall Street, lì dove quell’1% di persone riesce a “manipolare” la ricchezza del 99% di americani che, invece, la crisi la sta soffrendo fino in fondo e da troppo tempo.
E SE OBAMA “parla” con gli indignados, promettendo il suo appoggio nella battaglia alla “cattiva politica” della finanza, anche i media ora trattano il movimento con attenzione. Per la prima volta mercoledì, in occasione della marcia organizzata con l’appoggio di moltissime sigle sindacali, la Msnbc, canale nazionale, ha mandato i propri giornalisti e cameramen per seguire in diretta quanto avveniva a downtown. Lo stesso ha fatto Keith Olbermann che dalle frequenze di Current tv, per primo, sin dalla prima settimana di attività del movimento, gli aveva dato spazio nel suo programma. Finora gli indignados a stelle e strisce avevano potuto contare solo sui social network, in particolare twitter, e su alcuni website che avevano “sposato” la loro causa fin dal principio. A cominciare dal sito della rivista anticapitalistica adbuster.org   che, sin dall’estate, aveva chiamato a raccolta quelli che questa situazione non la reggono più per dare vita a quello che ormai viene comunemente denominato “l’autunno newyorchese”.
SICURAMENTE, l’adesione dei sindacati alla protesta e la loro presenza massiccia alla marcia di mercoledì è servita a dare un ulteriore spinta alla popolarità degli indignados che ogni giorno, pioggia o sole, si riuniscono in assemblea, per discutere la piattaforma dei loro programmi. Con loro giovedì anche Naomi Klein, l’attivista canadese nota per i suoi interventi contro la finanza delle corporazioni.
La marcia di mercoledì di è svolta in maniera assolutamente pacifica fino a quando un gruppo di dimostranti ha tentato di occupare Wall Street scatenando la reazione della polizia e l’arresto di altre ventiquattro persone. Il movimento degli indignados, che ora stampa anche un proprio giornale, The Occupy Wall Street Journal, ha, fra l’altro, presentato una class-action contro il sindaco Bloomberg e contro il capo delle polizia Kelly per i 700 arresti sul ponte di Brooklyn. Non ci sono dubbi che la battaglia per appurare le responsabilità degli uni e degli altri negli scontri sarà uno degli argomenti più importanti anche nei prossimi giorni. La prima notizia dei nuovi scontri si è avuta, ancora una volta, via Twitter, proprio mentre, l’altra metà della rete apprendeva la notizia della scomparsa di Jobs.