lunedì 7 dicembre 2009

Sotto quella Coop c'è un sito etrusco. Inchiesta del ministro

Sotto quella Coop c'è un sito etrusco. Inchiesta del ministro
Luciana Cavina
il Resto del Carlino - cronaca Bologna 26/01/2006

Anche il ministro Rocco Buttiglione indagherà sulle cooperative, o meglio, su una decisione della Sovrintendenza ai beni archeologici di Bologna che, qualche anno fa, avrebbe permesso a Coop Adriatica di edificare su un terreno interdetto, invece, a un'altra catena di supermercati. Il fatto è venuto alla luce ieri pomeriggio a seguito di un 'question time' a Montecitorio su domanda al ministro per i Beni culturali del deputato dell'Udc Emerenzio Barbieri, assieme al capogruppo Luca Volontè. «Perché in Emilia Romagna — si è chiesto Barbieri — viene negato a un privato ciò che è consentito alla cooperazione e. ovviamente, solo a quella rossa?».
La vicenda comincia nel 1999. e investe il supermercato Coop 'Andrea Costa' costruito sull'omonima via. «Il 16 novembre 1999 — si legge nell'interrogazione — il ministero ha decretato l'apposizione di vincolo, su richiesta della Sovrintendenza di Bologna, sui resti di fondazioni murarie in ciottoli di un edificio rustico realizzato in età etrusca e utilizzato fino all'età celtica, in considerazione dell'eccezionale valenza storica dell'insediamento». Il terreno in cui vengono riscontrati questi reperti, valutati dalla sovrintendente Mirella Marini Calvari, è, appunto, quello di via Andrea Costa 160. «Il privato che avrebbe voluto costruirvi un supermercato — riassume Barbieri — si vede così costretto a fare marcia indietro», Il colpo di scena arriva qualche mese dopo, quando l'area passa nelle mani di Coop Adriatica, «una cooperativa — puntualizza l'onorevole centrista —- che ha come presidente Pierluigi Stefanini, attuale presidente di Unipol». La Coop, infatti, a differenza del proprietario precedente, si ritrova autorizzata a scavare e costruire, trasferendo altrove i resti archeologici. «Il nulla osta alla rimozione e al trasferimento dei reperti — si spiega nell'interrogazione — venne dato dalla Sovrintendenza prima nel maggio 2000 e poi
nel settembre 2001, nonostante il vincolo posto dal ministero».
«Questo secondo atto della Sovrintendenza— ammette Buttiglione nella risposta al "question time" —è illegittimo. La richiesta di revoca di un vincolo andrebbe adeguatamente motivata». Il ministro promette: «Ci sono parti di questa vicenda che devo chiarire, e farò adeguati approfondimenti».
I firmatari dell'interrogazione, però, pretendono anche altri chiarimenti: «Chi ha autorizzato il trasferimento di reperti giudicati di alto valore storico, in un altro terreno (in zona stadio; ndr) che è a malapena recintato, esposto alle intemperie e pieno di erbacce?». Forse se l'è domandato anche l'attuale sovrintendente. Pare, infatti, che non molto tempo fa dai suoi uffici sia partita la richiesta di ottenere dal ministero la documentazione relativa alle perizie sull'insediamento etrusco al centro della discordia. Ma il tutto navigherebbe ancora in alto mare.