domenica 25 ottobre 2009

Un giardino botanico fra i trulli salverà i frutti a rischio d´estinzione

Un giardino botanico fra i trulli salverà i frutti a rischio d´estinzione
MARTEDÌ, 20 OTTOBRE 2009 LA REPUBBLICA - Bari

L´iniziativa

Visite e colazioni all´Orto di Bisceglie tornato a vivere grazie a Wwf e scout

Nel cuore della Valle d´Itria settecento alberi a dimora in dieci ettari di terreno Un progetto dell´associazione Pomona sostenuto dalle Università di Bari e del Salento
Piante selvatiche accanto a quelle domestiche: ecco il segreto per preservare la biodiversità

SONIA GIOIA
IL Giardino botanico comunale "Carlo Veneziani Santonio" di Bisceglie vive in simbiosi con le specie che lo abitano e insieme ai 250 esemplari di piante a dimora si rinnova. Con l´arrivo dell´autunno una nuova veste rende la struttura interamente visitabile grazie ai servizi in parte già installati con la collaborazione del gruppo scout guidato da Mimmo Rana. E partono le visite guidate organizzate dal Wwf: "I tesori dello scrigno" si propone di realizzare una ricerca storica sull´assetto botanico originario e la realizzazione del restauro del giardino attraverso una riqualificazione ambientale. "Colazioni dell´orto" invece è una visita guidata con colazione a base di prodotti locali (info 347.140.22.09 e 349.561.86.86). Raggiunto anche l´accordo con l´Orto botanico dell´Università di Bari che consentirà un ulteriore progetto di riqualificazione per il giardino biscegliese.
(elisabetta di zanni)
Il giardino dell´Eden ha coordinate terrestri: strada provinciale Cisternino-Locorotondo, contrada Figazzano, cuore della Valle d´Itria. E una dea pagana per protettrice e musa, Pomona, signora dei giardini e dei frutteti. Dalla divinità latina prende il nome il conservatorio botanico della agrobiodiversità gestito dall´associazione Pomona onlus, trapiantato, è il caso di dire, letteralmente, da Milano in Puglia circa cinque anni fa. Conservare e preservare le specie a rischio di estinzione, la missione.
Dieci ettari di terreno, oltre settecento alberi da frutto, fra i quali una collezione particolare di almeno duecento fichi - afgani, bosniaci, francesi, portoghesi, albanesi, israeliani e naturalmente pugliesi - in pacifica convivenza non solo fra loro, ma anche con la vegetazione mediterranea che spontaneamente sorge fra le zolle di una terra argillosa, rosso sangue. Il segreto è quello, lezione elementare rubata alla natura stessa: selvatico e domestico dimorano fianco a fianco, perché "la garanzia di sopravvivenza è la complessità". Parola di Paolo Belloni, 61 anni, fotoreporter per mestiere e contadino-filosofo per vocazione. Le braccia che lavorano la terra sono le sue, presidente dell´associazione e "padre" di questo museo vivente, al fianco di Hila Ndereke, contadino albanese di 50 anni dall´eloquio inversamente proporzionale alla saggezza con cui alleva gli alberi da frutto.
La collezione messa a dimora nel giardino di Pomona è un miracolo di archeologia botanica e di progettualità avveniristica. Paolo Belloni ha messo in contatto, attraverso l´associazione, raccoglitori informali e accademici, come Vito Savino, preside della facoltà di Agraria di Bari, e Francesco Minnone, studioso dell´Orto botanico dell´Università del Salento. Viaggiando sulle direttrici dello scambio e della ricerca, sono giunti qui, da ogni angolo del mondo, la più bella, la ciliegia progressiflora immortalata nelle tavole ottocentesche del ligure Giorgio Gallesio, e l´anziano signore del giardino, un pummelo venuto al mondo almeno 4 mila anni fa. Ma anche l´api etoilè, mela a forma di stella che si conserva molto a lungo, dono natalizio per i bimbi di Francia prima dell´assedio delle Playstation. E ancora, l´oliva greca leucocarpa, destinata all´Esposizione parigina del 1870, barattata da un commerciante greco in cambio di un passaggio per il ritorno in patria, dopo aver svuotato le borse gozzovigliando al fianco di Henri Toulouse-Lautrec.
Sono le storie che Paolo Belloni racconta agli scolaretti in visita al conservatorio botanico, aula a cielo aperto dove la biodiversità viene spiegata così: «Guardate le foglie di questo albero, non c´è foglia uguale all´altra, e nemmeno frutto, e nemmeno nocciolo». La spiegazione c´entra col segreto della vita stessa.
Creature come queste vivono nell´orto di Pomona, ad un passo da otto trulli destinati alla ristrutturazione come antica arte trullara comanda, che ospiteranno cento giorni all´anno turisti con libero accesso ai frutti di tutto il giardino. Per zittire i pragmatici del caso, un esempio contro tutte le possibili argomentazioni sull´antieconomicità dell´operazione: «Un fico, un solo frutto, in una città come Londra costa circa un euro - spiega Belloni - Ogni ospite avrebbe qui la possibilità di coglierne direttamente dall´albero e mangiarne a volontà». Trionfo del gusto, in barba al mercato.
Il futuro prossimo del conservatorio botanico è legato alla lungimiranza degli enti locali, amministrazione comunale di Cisternino e Regione Puglia innanzitutto, al cospetto dei quali pende un progetto per le cosiddette "Buone pratiche" per il piano paesaggistico territoriale. L´ambizione è quella di "costruire un prototipo ripetibile su piccola scala che coniughi la conservazione della biodiversità vegetale domestica e selvatica, la ricerca per la sua valorizzazione in cucina, l´educazione scolastica per una sana alimentazione, l´utilizzo delle energie alternative e il riciclo delle acque e dei rifiuti umidi con un nuovo modello di turismo rurale ecosostenibile". Progetto ambizioso, se la burocrazia ne permetterà il decollo.